domenica 6 settembre 2009

Evado dal tenere (?)

Non lascio e ispeziono. Il danno del subito è stato l'insopportabile che ho dovuto sigillare (e che così intanto si è nutrito...) e che rigidamente ora tiene. Ma il blocco è totale, il labirinto non si può dividere in settori. Né è capace di distinguere il tempo.
Costanza nella paura dell'invasione se una parte di esso si permette una sottile-breve prova di leggerezza.
A volte evade... e ne paga care le conseguenze! ... evadi ti prego!!

giovedì 16 luglio 2009

Interno.

Cerca dentro,cerca dentro, cercadentro cercadentro cercadentrocercadentro. Limiti, regole, bisogni, decisioni, una mente responsabile di quel corpo, sostenuto da altri, ma ora lasciato al suo proprietario a cui è giusto obbedire. Il padrone sa comandare, ed ogni decisione è opportuna perchè la dipendenza è il legame più forte e diretto, che l'umana voglia d'interromperlo mi ha portata a non sentirmi. Ora è lieve, come il guardarmi. E' la determinazione di ciò che ora mi racchiude e mi da il permesso che ho bisogno di stringere. Ora sono tutti fuori e posso far avvicinare i primi respiri che mi hanno dato la vita, ora so che la paura di questa difesa è alimento della paura di questo amore. Fidati di te!

sabato 20 giugno 2009

Stanca.

La ricerca del riposo per questo corpo si scontra con la compulsiva sfuggente intenzione mentale di un ritmo frenetico che decide il protagonismo delle giornate, ma ad ogni minuto che sia.
I crampi alla fine obbligano e decidono per l'azione, ma per frenare la furia interna esistono crampi capaci di tanto?!
Allora indirizzare questo movimento alla capacità di vedere la pienezza gratificante delle costruzioni e realizzazioni...stancante anch'esso, ma fondamentale preventivo di ciò che devo alla mia vita che è nata.

martedì 16 giugno 2009

Agli uomini che hanno attraversato la mia vita.

Mai talmente sola nel fare chiarezza del perchè avevo la vostra compagnia, oh uomini della mia vita, e mai talmente coscente della mia compagnia.
Ringraziamenti e scuse, mi porgo e poi un inchino, con la testa ricurva al vostro ricordo, e a chi ancora presente, con la capacità di poter rispondere a tutte le vostre domande, forte del peso dei perchè. Se ho rafforzato, se ho indebolito, io posso solo immaginare, se voi l'avete fatto io lo sento perchè è stato tutto voluto, fino all'ultimo, anche con i modi che agli altri ho rimproverato.
Ho lasciato il mio ultimo uomo, oggi la firma timbrata, e la cerchia subito pronta di voi altri mi attrae verso una gradevole distrazione che non posso permettere. Lascio anche voi, forse solo per ora, vedremo. Ora verso l'unico Uomo della mia vita.

mercoledì 10 giugno 2009

Baricentro.

Se cerco quella regola eccomi intrappolata nel recinto d'inneschi e riproposizioni di quella rigidità che in assoluto non si è rusciti a trasmettermi.
Se cerco quella libertà eccomi investita da una corrente impetuosa e vorticosa di frastuoni inclinanti verso la creazione dei miei pensieri-azioni.
A ciò che c'è di reale posso aggrapparmi, e non all'emozione, sì al bisogno incarnato nel sottosuolo e ricoperto dalla polvere bianca che soffiando si cementa infastidita.
La mia furbizia è stata scoperta dal mio dolore che ora maturo arranca una difesa di equilibrio ed esperienza riconosciuta e non ancora arresa.
Se cerco ancora in voi ecco la dispersione dell'infinita incoerenza, in me ora la centratura che incombe da lontano e ancora senza coraggio.

martedì 2 giugno 2009

Triangolo.

Per detendere quella tensione ho bisogno d'immergermi in quel frastuono di rabbia-fastidio-dolore-rimpianto-pregiudizio e profondamente calore scottante e non scaldabile.
E' quanto più possibile il sentire l'unione delle due persone, un'unione che vuol dire me, perchè prima non c'ero.
Da loro ritorno, forse finalmente, sperando, allora credendo nella parola finalmente, nell'apertura totale a chi solamente può riceverla, come essere umano e non divinità.
La divisione dalla simbiosi per andare verso il naturale sesso, per poi conquistare la mia femminilità, eleganza-classe-sobrietà.
Da una donna per essere Femmina, verso l'uomo per essere Donna, tornando ad una donna per essere Madre. Se la madre continuerà in me ora ringrazierò.

sabato 30 maggio 2009

Nuda.

L'ho fatto, e ho tolto i vestiti.
Rimanere a guardare, non quei pezzi, ma chi sono.
Sono tutte quelle cose che solo ora guardo,
e scopro quel viso, mi colpiscono le piccole rughe, e lo spavento... non sono più una bambina!
Un collo che non è più esile e chissà da quanto tempo;
il mio seno, e voglio che sia mio, solo questo;
braccia, ho braccia lunghe, un momento sottili e il momento dopo costruite da maschio;
ho mani da definire, forse cercano riposo (ma il tempo non le aiuta);
pancia, pancia, bella pancia, so che è un pancino, e lo sento come non lo vedo...;
due gambe nuove, mai viste così...veramente allora mai viste...;
i piedi no.
Su, dritta agli occhi, e devo avvicinarmi perchè ci siano solo loro. Sei tu? Da quanto tempo? Toccati, riconosciti e scopriti dolcemente e con amore in tutto ciò che oggi sei, allora sì in tutti quei pezzi... senti come sei morbida!

domenica 24 maggio 2009

Traccio il presente.

Le mie scaglie scivolano giù ad ogni mio movimento e così tracciano questo percorso della mia vita. Non finiranno mai, finchè io Sono. Grazie a loro posso ricordare, rivedere, abbracciarmi per tutte quelle volte...
Inutile il tentativo di non scagliarmi, si è frantumato l'interno, quella volta in pezzi e non scaglie...e i pezzi finiscono.
Ricompatto per poter finalmente lasciar andare. Lascio andare e così ancora si traccia, lascio andare e finalmente il presente può continuare.

martedì 5 maggio 2009

A ciò che era il mio progetto di vita.

Ho venduto il simbolo della nostra unione perchè ora risuonava come il segno del mio fallimento.
Oggi, dopo molti mesi, ti ho pensato veramente. Oggi il tuo infinito amore non mi ha pesato, e dolcemente l'ho rivissuto, fino al momento in cui la reazione del tuo addio si è presa il mio pensiero e lo ha generato nella realtà di quest'oggi della mia vita.
Tutta la tua forza, da me vissuta come debolezza e trasformata in astio da un ciclo che si è ancora ripetuto. Ho voluto schiacciarti fino all'oltre, e tu hai resistito...ed io ho potuto solo scappare!
Se cercare ora di affrontarti mi riportasse da te come l'immenso dolore che io ho creato e di cui nessun altro ha colpa. No, neppure io, vedevo tutt'altra verità... ripari su ripari, difese su attacchi.
Lo so dove mi riporterà...per questo l'attesa è stata così lunga!

lunedì 4 maggio 2009

Voglio sentirti/mi.

Domani tornerò da te (è da molti giorni che aspetto questo momento, questi 45 minuti).
Come ogni volta: suonerò il campanello, ascensore al 2°piano, la porta sarà aperta perchè mi stai già aspettando, "permesso, buon giorno", mi metterò di fronte, "come stai?"
Da domani lo farò, tutto ciò che mi dirai, tutto ciò che mi dirò, ora lo farò, perchè posso, perchè ora posso volerlo!
Tu dimmi, io ascolto...e non farò più finta di non sentire!

venerdì 1 maggio 2009

Ora, fragile, con delicatezza, ora.

Vorrei affondare le unghie e lasciare per l'ultima volta il mio segno. Questo ancora perchè ho paura di svanire nel nulla e non essere più ricordata. Ma ecco che il permettere agli altri di vivere mi è così insopportabile, ingestibile...perchè non permette la mia vita, così legata indissolubilmente a questo. Lasciarli andare delimita il mio confine di un'unica persona...sono 1 persona, non ci sono altri pezzi, non più altre ramificazioni rubate agli altri. Ma la mia anima schiaffeggiata piange ancora e non è in grado di vederne la bellezza. Ora non c'è più nessuno, non c'è più nient'altro, e ora posso lasciare ogni tentativo di fuga da ciò che sono, e finalmente diventarne parte.
Chiara affronta, ORA, questa sofferenza (da mesi ti aspetta e sai che non se ne andrà...)

giovedì 30 aprile 2009

Ancora una volta.

Vorrei sparire dal mondo. (Spero che quella parte di me che riesce ancora a trascinarmi fuori casa resista). Un'altra perdita, è un'altra sconfitta, fallimento. Se non ne sono proprio capace... l'impegno ha ottenuto il vuoto, pensavo fosse un modo giusto di amare, ma ho annullato me e forse deluso te. Non riesco più a sentire il bene che mi volevi, ho paura ci sia solo odio, perchè ancora non ne sono stata capace, perchè ancora ho fatto del male, perchè ancora me lo merito, perchè ancora non riesco a dominarmi...a rendermi conto che il mio bene fa soffrire, e l'ho creato ancora, e ora me ne accorgo, ancora una volta troppo tardi, ancora una volta dopo aver investito la mia intimità e il motivo di gioire. Lo vorrei urlare al mondo: IO NON VOLEVO!!!! Io non voglio, che qualcuno mi creda per favore, io non voglio questo...perchè continuo a cercarlo? Perchè mi si ripresenta? Io non credo di meritarlo, ma se la sofferenza deve invadere gli altri, allora sì, per favore ridammela tutta a me, perchè vederla negli altri mi distrugge, sentirla in te...cado a terra, in ginocchio, ti prego toglila a lui! Io sparirò dalla sua vita, ma ti prego toglila a lui! E penso all'aiuto che credevo di offrire come ha logorato, e penso a quanto sono inutile... se non ne sono capace io non sono nulla, e l'accettare la propria povertà, il ristabilire il perchè io sono qui a vivere... perchè io sono qui a vivere?
(Lei mi ha detto: "Guarda che lui non ti ha raccontato tutta la vertà per non farti troppo male..." E io, tesoro mio, ho provato l'odio... un odio possibile solo verso le persone che si amano).

mercoledì 29 aprile 2009

Un Tesoro.

Forse a volte per prendere le decisioni più giuste è necessario respirare quel limite, anche sorpassarlo un pò... e da lì, da quella spietatezza nel farti vedere cosa sei in grado di costruire sperando o credendo di amare, da quel posto, renderti conto che sei solo al mondo, da sempre, per sempre.
Forze incontrollabili che spingono due persone l'una verso l'altra, eventi ingestibili che s'intrappongono e rendono così labili promesse e propositi nati da un affetto inviolabile.
Una nascita così folle, travolgente, così inspiegabile e costantemente messa in discussione da entrambi, e poi una morte così altrettanto intensa, che da qualche tempo aveva fatto presagire il suo arrivo, e che arrivata, ha inquinato tutto il bene che ti ho voluto e che so mi hai voluto.
Terrò il pezzo della persona che hai scelto di donarmi, sarà ancora un tesoro, sarai ancora un Tesoro.
(tempo aiutami!)

lunedì 27 aprile 2009

Rete.

Finto abbraccio, finta sicurezza, la Rete intrappola.
Fili intrecciati che non lasciano più lo spazio alla decisione,
la scelta rimane rinchiusa in lei, con te.
Vedo al di là tutto ciò che potrei, ma ho bisogno di più forza da raccogliere, raccogliere ancora,
per poi strapparla, un solo colpo basterà.
Il tentativo di sfilare filo dopo filo mi ha portata ad intrecciare
altri nodi...altri legami... ancora... legata.
Ora non posso, lo strappo non sarebbe netto, lascerebbe strascichi, e ancora sofferenza.
Ci saranno le scelte...tornerò a decidere.

venerdì 24 aprile 2009

Dipinto.

Vorrei riuscire a dipingere le mie ali.
Delle ali immense, sottili, trasparenti, bagnate.
Se riuscissi...tutti gli altri segni del mio corpo si cancellerebbero, un nuovo corpo, senza più alcun riconoscimento, senza più alcun ricordo, senza più dover spiegare alle solite curiosità..."ma che cosa sono queste?"
Queste mie ali mi basterebbero, a tutto, tutto ciò che ora non mi basta, non mi basta al mattino e non mi basta soprattutto la sera. Allora non servirebbe più altro, tutto ciò che ora invece trovo, non servirebbe questa sigaretta, non servirebbe quel bicchiere, non servirebbe quel flacone.
Anche tu: chiudi gli occhi - dipingi quelle ali - si aprono - si sente il fruscio - si sente la pace - e i piedi non toccano più terra.

giovedì 23 aprile 2009

Le radici del valore...vane.

Dalla bassezza com'è costantemente un'attrazione per riempirmi del piacere del bisogno della mia esistenza.
Se si bastassero da soli io che posto avrei? Ora è parte della sofferenza, senza di essa che capacità avrei? La gente sa, e mi usa per ciò che io posso...e poi? E' finito il mio compito... e quella grande forza non serve più a nessuno. Chi mi amerà anche senza quel bisogno di me?? Forse un pazzo, forse nessuno. Se solo provo a lasciare queste capacità io li vedo allontanarsi...vi prego non andatevene via tutti!!! Così Sola, nel servire gli altri per non esserlo un istante, ed incapace di non esserlo per la paura di non valere nulla..."perchè se non lo faccio non valgo niente, e la gente se ne può accorgere ed abbandonarmi"...sottile ripercussione che ha fatto in modo di lasciarmi comunque nella solitudine, allo stesso modo.
Se lasciassi la mia forza, se provassi ad abbandonarla...quanta paura di ciò che non conosco!! Se provassi, se provassi...il mio valore...RITROVALO! non lì

mercoledì 22 aprile 2009

I tuoi occhi.

Cosa dicono gli occhi?
Quello che non vorremmo dire?
Quello che non possiamo dire?
Quello che non ci interessa dire?
Quello che neanche noi sappiamo sia giusto dire?
Come posso capire dai tuoi occhi?
Capisco che non vuoi,
capisco che non puoi.
Se le parole così capaci ed abili nel mentire avessero insegnato lo stesso anche ai tuoi occhi??!
Se i tuoi occhi fossero l'unica parte di te incapaci di difendersi...e si facessero travolgere dal mio amore?!
"Non guardarmi così"
...fallo solo se l'amore ti arriva dal cuore...

martedì 21 aprile 2009

A M.

Ti ho perso. Lo scrivo e mi sussurro di non averti mai avuto.
Ho perso la sicurezza di te. Tra tutta la confusione della tua mente hanno risuonato chiare le tue parole, si sono confuse tra i miei pensieri che già tentavano di preparami a vedere, e non più a sperare, a vedere ciò che mi hai Sempre tentato di farmi capire. Forse non hai la forza per dirlo, ma ho io la capacità di capirlo.
Tra di noi questo nuovo inizio sotto il titolo della Chiarezza, che ha fatto davvero il suo dovere... mi si è voltata contro, e con chiarezza si sono intravisti i veri sentimenti che proviamo l'uno per l'altro. La confusione in testa non può confondere le emozioni, e me l'hai detto in che posto mi senti, ho capito.
E rido se penso a quando dici che hai paura di perdermi, il mio sorriso ce l'avrai sempre...ed è quello che avrai, da subito, da oggi e dalla prossima volta che mi vedrai. La profondità è tutt'altra cosa...il rischio di donarla...quanto male!!...ora basta., hai ragione, non ti posso più aprire quella fessura verso il mio cuore...ti do ragione! La tua dolcezza nel farmelo capire, so che mi vuoi bene, e forse è questo l'importante, sarà questo l'importante.
TRANQUILLO, stai tranquillo, con me stai tranquillo, i miei tormenti sono MIEI, tu con me stai tranquillo, sai ciò che provi e tieniti stretto a questo, a questa REALTA', e non alla (mia) fantasia, che ora umile farà il tentativo di avvicinarsi alla verità.
Solo la consapevolezza della realtà ci può portare alle giuste decisioni.

Mare.

Eccomi ancora, davanti alla tua immensità, mostrami la tua potenza, oggi, così forte, per me, che son qui, ancora, di nuovo, per te.
Mia seconda pancia, da cui ho tentato più volte di rinascere.
Quella voglia ancora...in te confondermi, diluirmi, annientarmi, PRENDIMI!
Diventare parte di te, diventare nulla, solo galleggiare.
Oggi, con il vento alleati, un'unica forza, contro, tra i miei capelli, sul mio viso...batti su di me! Oggi, perchè devo rinascere, ooh quanto ancora ho bisogno di morire, ne ho bisogno, aiutami, prendimi! Ho bisogno di morire, ho bisogno di morire (non aver paura di questa morte).
Chiudo il dentro, riapro l'esterno...e tu sei solamente il mare, ed io solamente infinitamente Chiara.

venerdì 17 aprile 2009

Tenere e lasciare.

Quant' è l'aderenza alla realtà che mi manca? Trattenermi.. tra te nermi, tienimi.
Domande affannose e risposte ancor più affrettate nell'agire subito di conseguenza, alle conseguenze.
L'importante è non conoscere già il finale, non è il rischio da intraprendere, capisci?
Vorrei lasciare anche il capire, a volte, ma è ciò che mi ha reso fin'ora, non gliela permetto la libertà, perchè ora sarebbe paura nell'incertezza, e so che la prigione così è la mia e la vergogna è che non ne voglio uscire, tieniti la chiave, per ora tienila tu. So che c'è.

giovedì 16 aprile 2009

Non ti ho visto.

Come ho fatto a sbagliare così tanto con te? Ho voluto ancora pagare o era semplicemente amore? Si è frantumata quella dolce ed incoscente speranza che ora si trova schiacciata da una soffocante paura al solo pensarti. Non riesco ancora a crederci di aver sentito quelle parole, dio come mordono ancora! Ti guardo e le sento, mi parli....... e sono ancora loro che sento! tu vuoi la mia verità?! Quella preziosa che ti ho donato...a chi?? chi eri? come hai potuto dirmi quelle parole? ma cosa mi hai fatto dirTI? ERO IO QUELLA CHE TI HO DATO!! che cosa ne hai fatto? non posso più riprendermela, e a me anche la colpa, di un'immaturità ancora svelata.
Se cerco altre parole, ora la poesia non è d'aiuto, e ciò che risuona è l'immagine del mio cuore che hai aperto, e che la tua volontà sta facendo sanguinare.

Spazio.

Se potessi fermare quella dimensione, che si forma temporale e spaziale, inserendosi negli angoli acuti che definiscono perfettamente il perimetro.
Se la potessi risentire, per favore O R A !!
Se ci potessi tornare.
OOOOh, ti prego lascia stare..."dipende da te"...non è il momento.
Torno agli angoli, perchè da loro posso ripartire per definirmi ancora, come chi? nessuno, ME!
Che cosa se non è sentire, dentro, l'immensa distanza con tutto ciò che è fuori, distanza, di un'infinità che non me ne ero mai accorta, perchè rimasta sempre inglobata, in simbiosi.
Il limite non si è ancora reso nella mente, pensa di non farcela, sciocco! Quanto potrei... quanto avrei! Da quel limite arriverei a Dio, al tutto... al tutto ciò che sono, a ME!
Farlo espandere, gli angoli scivolano e addensano le incanalature vuote che facilmente trovano... mi lascio, a ME!

sabato 21 marzo 2009

Il sogno.

Svegliata di soprassalto.
Durante tutta la notte (notte durata un paio d'ore...) ho ripetuto alla Donna, che per tutta la sua giornata insisteva nell'imitare, copiare, riprodurre le mie più recenti abitudini, atteggiamenti, incontri e relazioni... "Ma ti vuoi veramente così male?"

.........

Ma ti vuoi veramente così male?

Ma ti vuoi veramente così male?

Ma ti vuoi veramente così male?

Ma ti vuoi veramente così male?

Ma ti vuoi veramente così male?

Ma ti vuoi veramente così male?

Ma ti vuoi veramente così male?

Ma ti vuoi veramente così male?

...oh Dio... veramente lo sto facendo?!
...che sia finalmente il disincanto!

(Non voglio veramente volermi così male!)

giovedì 19 marzo 2009

... di chi è?

Ogni elemento esistente che s'impatta in me
come dono o punizione concessa o provocata
da tutte le persone che indistintamente scambiano la stessa mia aria
che ora ho chimicamente modificato.
Arrivano... immagini, profili, obiettivi, incontri, compiti, conclusioni, momenti e vite.
Mi tengo a distanza e provo ancora,
anche ora,
la pretesa di una focalizzazione che sia estroflessione,
che sia mia la creazione.
Che sia della mente, o delle mie mani,
o anche solo di sogni o desideri,
ma che possa sentire,
che io finalmente possa provare,
che io possa godere...
...quel dolce sapore del piacere che ora galleggia in una bolla d'immagine e fantasia.

domenica 15 marzo 2009

Il piacere di sè? Ancora no.

Ho dovuto stroncarti, farlo subito, senza riaspettare il danno. Scusa Chiara, scusa se non ti ho permesso di pensare, ma ho dovuto decidere all'istante al tuo posto, non lasciarti libertà.
Te la riprenderai, ti lascerò quando da sola non ti disgregherai, ora i tuoi mille pezzettini si stanno rifugiando dietro tutti gli angoli della casa, con me non vogliono più parlare, rassicurali tu.
Quanto vorrei prenderli, uno per uno, dedicare ad ognuno il giusto e prezioso tempo necessario, per loro (a qualcuno servirebbe una vita...), amarli, fargli arrivare tutto il mio vero, immenso e profondo amore, illuminarli con questo, riempirli, conciliarli...arriverà la forma, intera, compatta, resistente, autonoma...e di me non avrai più bisogno! E tu deciderai, e tu ne sarai la padrona, e tua sarà così poi la responsabilità, e te la godrai. E non dipenderai, e questa libertà ti permetterà di riconoscere tutti i tuoi limiti, fondamentali per la tua unicità. E la tua vita sarà Tua!

sabato 14 marzo 2009

Sono.

Il riflesso dell'altro è stato l'appagamento, di tutti quanti. Non solo da contorno , ma circoscritto fulcro inquinante di tutta la realtà. Appagamento? Troppo ancora innocente... è stato la pace, l'equilibrio, la completezza (...credi?)
Cosa hai visto togliendo quel riflesso?! ...non c'era più nulla, e quell'aridità che ora sai tua è la tua solitudine, che in tutti quei legami hai tentato di sradicare, ma donandole così un meraviglioso solco su cui adagiarsi e coccolarsi.
Sola perchè non ti vivi, non ti senti, non ti ascolti, non ti vedi...non ne sei capace.
Fermati, e guarda ancora, ti fa paura, annienta, e fuggi con i mille pensieri che ben adesi fanno da rifugio, con il controllo serrato di un'organizzazione perfetta d'incastri del tuo tempo che tu decidi di trascorrere. L'angoscia ora sembra indomabile e hai bisogno di riparo.
Quando riuscirai a prenderti? A stare con te, a stare con l'unica persona che ti permetterà di non sentirti sola, mai più. Quasi crea un brivido il pensarlo, possibile, reale...la tua forza...è lì! E' QUI.

giovedì 12 marzo 2009

Un ritorno...

Quel passato è riuscito a trovare quell'unica fessura...ce n'era solamente una, e l'ha trovata. E' così entrato, e in un attimo...si è trovato (ritrovato) come fosse a casa sua. Si è dilagato. La mente ed il corpo subito a sua disposizione, in ginocchio, in adorazione, una terrorizzata adorazione.
Ha trovato qualcosa di cambiato, non era tutto come prima, ammettilo: non era niente come prima, ma questo non è bastato...la fessura là in fondo c'era. Ha saputo far proprie le modifiche, approfittare dei cambiamenti conquistati in tanti anni, e forte di questi, si è manifestato ancor più dirompente e lesivo.
Su di me, su di me, su di me, su di me come senza una fine, senza risposte, senza pace. Pace, che non trovo, neppure in questo, neppure nella sua forza, neppure nei lividi, neppure nel dolore a muovermi, neppure nella fatica a respirare, neppure...nella costola che si è rotta.
Ciò che hai trovato di diverso ti ha reso sì questa volta più potente, ma ti ha esaurito subito, sei finito.
Guardo le impronte sul mio corpo su cui sei passato, le vedo guarire, rimane la vergogna, l'aver fallito, l'esser stata sconfitta nella sicurezza che tu non saresti mai più tornato...ma la mia pelle ti conferma, ancora, ancora una volta. (...l'ultima??????????????????)

venerdì 6 febbraio 2009

Meritarlo e volerlo.

Penso di meritarlo. Questo è più forte di ogni tragico, casuale (...) evento.
In superficie consapevole, in profondità infatuata dalla possibilità di riscatto che gli altri potrebbero avere su di me. Che gli altri e che io.
Mi permetterebbe di essere alla pari con il mondo, con la mia lista di vittorie.
Avrebbero, avrei un motivo per non essere io la colpevole, per una volta non sarei io la colpa, non avrei giudizi e condanne, ma forse finalmente aiuto, ed uno sguardo di sincero esserci per me. No, l'aiuto a me non serve, l'ho chiesto solo a lei, non l'ho ricevuto, e non l'ho più chiesto, e non lo chiedo, quello vero non lo chiedo. Lo sguardo invece sì, costantemente, assetata.
La paura è più forte di qualsiasi giusto o sbagliato, di qualsiasi superficie o profondità. La paura che gli altri non abbiano un motivo e che debba continuamente darglielo io, un motivo che da scontato arriva come segnale da rincorrere e continuamente guadagnare.
Mi è comodo anche pensare di meritarlo, mi toglierebbe la costante fatica, lascerei fare a lui, me lo merito e lo voglio. Il volere nessuno lo accetterebbe, perchè il passo oltre non lo si fa. (sssssss... non dirlo, tienilo per te!)

domenica 1 febbraio 2009

Senza nascondermi... oggi con parole chiare.

Non ti do ancora mie notizie, o almeno non di quelle vere, perchè non credo tu le sappia ricevere, ma solo criticare, come hai sempre fatto.
Non voglio i tuoi consigli, perchè non ti ho scelta come persona in grado di aiutarmi, perchè non lo sei mai stata, e non hai le capacità per diventarlo ora.
Ciò che per te è stato giusto nel passato, e lo è ancora da quanto sento e vedo, ha tentato di portarmi via la vita, perciò non sperare che io ti dia mai ragione o che un giorno possa essere d'accordo con te.
Pensi ancora di aver fatto la cosa giusta, credi che avermi lasciata lì sia stato per il bene di tutti (io dovevo pagare il bene di tutti?) Io continuavo a sperare che tu mi portassi via da quel posto, che tu mi salvassi, eri l'unica che poteva farlo, e io credevo in te. Ma mi hai lasciata lì, marcire. Non hai saputo proteggermi, hai permesso che facessero di me il corpo da sacrificare, mi hai lasciata nelle loro mani, e tu lo sapevi, cazzo! Tu lo hai sempre saputo, e ti sei rinchiusa nel tuo silenzio senza avere mai avuto il coraggio di venire a togliere le loro mani dal mio corpo, da quella bambina, che voleva esserlo, ma ormai era già grande (perchè bisogna essere grandi per combattere con i grandi).
Perchè non mi hai portata via da quella casa? Perchè non mi hai salvata? Per le tue credenze, per la tua fede del cazzo! Io ero il tuo cucciolo e tu dovevi (DOVEVI) pensare a me, proteggere me, e non il tuo stramaledetto fottuto Dio!
E mi sforzo di avercela con loro, con chi ho lottato, con chi esteriormente mi ha fatto del male, ma per loro... il nulla, anestesia. Tutto si riversa su di te, perchè con me hai fallito, e doppiamente te lo riverso perchè tu lo sapevi (lo sapevi stronza), e mi lasciavi lì, e ti rinchiudevi in camera tua, e mi vietavi persino di entrare. Ed io stavo da sola (come ora) a chiedermi cosa avevo di male, cosa facevo di sbagliato per meritarmi il tuo rifiuto.
Rifiuto, Rifiuto, Rifiuto, Ancora, Ancora, Ancora!

Non riesco a perdonarti, e continuo a rovinarmi la vita.

sabato 31 gennaio 2009

Casa.

E' già accaduto, al di là dello sguardo le visioni che si danno a me si sono evolute, ma sono le stesse, sono diverse, ma sono le stesse.
Cosa potrei provare allora se non gli stessi movimenti, e ancor di più gli stessi blocchi di fronte al mio rovescio che ora torna a scavare (?)
E' Mio, tutto Mio, quindi sono Io, e li vorrei scaldare questi muri, magari con i colori, perchè il mio tepore basta forse a quella piccola parte essenziale che ancora non ti arriva. Ho studiato e sperimentato le tonalità, ancora le vorrei più coerenti con gli strumenti di vita che gli metto addosso. Quindi sposto, aggiungo, più spesso tolgo, rielaboro e allora modifico, per poi spesso ritornare al prima, e sedermi, e capire se è il momento di sentire o se devo ricominciare. Tanto il giorno dopo cambia, e se ho sentito arriva ancora il momento di ricerca, cerca nella confusione della stanza che ora è vuota, e allora di cosa è fatta questa confusione (?) Non c'è nulla da mettere a posto, non c'è ordine da creare, ed io non so più a cosa servire... qui dentro. Allora cercare qualcuno che venga a rovinare questa perfezione fragile, che venga ad aggiungere dei colori non abbinati, delle tende stonate, troppo scure, troppo lunghe, troppo decorate per questo abitare...... No, Fermati!
Entra, vivi questo vuoto, è il Tuo... per te... a disposizione dei tuoi pensieri che lì troveranno Libertà!

domenica 25 gennaio 2009

Velocità.

Ingoio il tempo, è una dipendenza da cui forse è impossibile guarire.
Ingoio perchè persiste la paura che lui divori me... che la Morte riesca questa volta a prendersi il giusto riscatto, la sua rivincita.
L'aria che respiro è quella di dopo, fino ad arrivare al domani, e poi oltre ad incontrare il precipizio che mette la fine all'affanno, per un pò.. fino a quando poi mi giro e... i granelli di sabbia ricominciano a scivolare facendosi spazio tra la sottile fessura che da la forma alla clessidra.
La notte non ha più la sua dignità, le ore che le appartenevano si dimostrano una perdita di opportunità. Ogni istante può permettermi il mutamento che devo alla mia esteriorità, che filtra, che secerne.
Vedo dal mio finestrino le vite degli altri scorrere, o forse è la mia che scorre... all'insaputa, senza un particolare gusto, nè dolce nè amaro... ingoio.
Se il corpo si dovesse fermare il mio dentro non sarebbe capace di uguagliarlo, di uniformarsi a lui, di rimanere in lui, continuerebbe il suo affanno, il suo compito datogli dalla Colpa che su di lui sovrasta. Ed io dovrei decidere con chi allearmi, a chi dedicarmi, se stare o andare.
Non è la possibilità, ma la realtà, ed ogni giorno la decisione mi si pone davanti, ed io ancora non ho scelto, ancora non ho scelto!

venerdì 23 gennaio 2009

Rabbia.

Ha proprio uno spessore, tutti lo possono toccare, definire con il palmo della mano lasciandosi guidare sulla sua superficie, non serve capire (capire un qualcosa che va oltre te... illusa!), è lei che ammaestra.
Ha proprio uno spessore, trasparente, per permetterti di guardare oltre, ma impenetrabile, per non permetterti di passare oltre.
Ha proprio uno spessore, fatto di materia, materia solida, materia che pesa. Il peso arriva direttamente dallo stomaco, ma non scende... vince e sale la gravità, arriva fino all'Urlo... unica via d'uscita.
Ha proprio uno spessore, che IO tento di scalfire verso di me, sul mio corpo, con l'ardore che lei mi permette, si permette; che TU tenti di interrompere verso gli altri, sui loro corpi, con il furore che lei ti alimenta, con cui si alimenta.
Ha proprio uno spessore, che il tempo irrigidisce, disidrata e consolida, e rende la vista incapace di assaporare la luce che ancora tenta, per fortuna.
IO sono la luce che tenta... TU sei la luce che tenta... attraversare proprio quello spessore che ci separa dalla parità con il mondo e dal non accontentarci più.

Vendetta.

E' stata il mio unico motivo di vita, ciò che mi ha permesso di non rimanere intrappolata nel labirinto dei pensieri che si stavano rifugiando nel silenzio del vuoto.
A lei mi sono donata, la sua più fedele schiava. Le ho concesso il mio giudizio, la mia ragione, i miei torti, i miei sensi, il mio tempo, la mia storia. Mi sono tolta tutto, per darlo a lei. Mi è rimasto un unico pensiero... ciò che mi ha reso in grado di capirla.
IO LE HO CEDUTO LA MIA VITA (!!)
per arrivare a te, per arrivare davanti a te ed essere in grado di ferirti, sfregiarti nella carne (voglio vedere il tuo volto sciogliersi nel sangue delle ferite che solo IO posso), prenderti l'anima ed affondare nella tua più intima purezza i miei denti bollenti di passione (voglio vedere la tua vita inginocchiarsi davanti a me e strisciare ed affondare sui rovi che TU hai potuto).
China il tuo sguardo implorante quando sono presente a te, tu ora non puoi, non sei degna, non sei presenza.
China la tua testa, incurva la tua schiena, fatti cadere sul terreno più aspro e scabro che il mio dolore, con il suo fervore, possa render reale.
Annulla il tuo volere, il tuo sapere, la tua vita al cospetto di questo giorno in cui ho deciso di riprendere me.
Perchè ora che davanti a me sei nulla, ora io posso iniziare ad amarti.

martedì 20 gennaio 2009

Segni indelebili.

Le cicatrici sono prima rosa, poi diventano bianche, poi si confondono con il resto,
le vedi solo in contro luce.
Osservavo attentamente la loro trasformazione, sul mio braccio che faceva da cornice.
Le toccavo per sentire il loro spessore, alcune dure, altre ruvide, altre ancora al tatto doloranti, seppur già bianche.
A volte alcune si riaprivano, i nuovi lembi, ancora sottili ed inesperti lasciavano uscire ancora il sangue, ricominciava tutto dall'inizio, come la prima volta, la prima volta: guardavo il Rosso scuro, scivolava e s'incrociava al Trasparente salato, formavano un'unica scia che poi dovevo tamponare, dovevo interrompere.
Non si sentiva subito, solo dopo, dopo aver capito di averlo fatto, allora potevo sentire, lo spasmo che mi permetteva la soddisfazione, un lungo e profondo respiro... la pace, finalmente.
Poi ricomporre tutto, quello che ormai era possibile, quello che ormai si poteva pulire agli occhi degli altri. Nasconderle, con abilità, studio e pratica, destrezza, fermezza e acido nello stomaco.
La benda a volte stringeva, sentivo che era troppo, ma era il segreto che io dovevo ricordare, in ogni momento, che fosse di parole o di gesti.
Arrivava il giorno in cui l'aria doveva guarirle, ed io... "Osservavo attentamente la loro trasformazione... Le cicatrici sono prima rosa, poi diventano bianche, poi si confondono con il resto, le vedi solo in contro luce... "

Un sottile gioco tra realtà e metafora, che la gente ancora non sa cogliere (meno male).

Le mostrerò a chi sarà in grado di Vederle.

lunedì 19 gennaio 2009

Identità

Alcune le ho lasciate cadere,
altre me le sono strappate dal petto.
Ora ne rimango senza, neppure la notte me ne torna indietro una.
Al mattino sento tutta la mancanza di quel peso che prima mi opprimeva, e che ora che non c'è, non mi definisce più,
ed io, io ,io ,io, non so definirmi più.
Senza di loro, senza poi volerne altre,
Chiara è sei lettere
.
La parola prende vita nella bocca di chi mi sta accanto,
se non vedo nessuno... o se nessuno vede me...
Guardano chi io in quell'istante ho portato in superficie, guardavano, ora non ne ho più nessuna,
e Chiara è sei lettere.
Senza di loro, ho provato la tua,
te l'ho rubata, ed ora me la sento sporca, non so se ridartela.
Ora ho i tuoi capelli, ho il tuo colore sulla pelle,
ho la forma del tuo corpo, ho i tuoi vestiti, persino il tuo lavoro,
in dieci anni te li ho presi, perchè non avevo altro che il peso delle mie ossa che sporgevano, ormai senza muscoli nè carne, perchè ormai i mie occhi stavano per chiudersi davanti a te,
te l'ho fatta vedere, la MortE (quello che io ho sentito tu l'hai visto).
Nell'aggrapparmi alla tua fiducia te le ho strappate.
Ora, tra le mie mani, vedo tutto il loro valore nel passato,
e tutta la mia colpa del presente, di questa mattina.
Non ne voglio più degli altri, le mie però non le conosco, non le distinguo,
e Chiara rimane sei lettere.
... ne avrò il piacere!

sabato 17 gennaio 2009

venerdì 16 gennaio 2009

Enjoy the silence


Words like violence
Break the silence
Come crashing in
Into my little world
Painful to me
Pierce right through me
Can't you understand
Oh my little girl
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm

Vows are spoken
To be broken
Feelings are intense
Words are trivial
Pleasures remain
So does the pain
Words are meaningless
And forgettable

All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm

Enjoy the silence


Parole come violenza
Rompono il silenzio
Arrivano irrompendo
nel mio piccolo mondo

Doloroso per me
Mi trafiggono
Non puoi capire
Oh mia piccola ragazza

Tutto quanto ho mai voluto
Tutto quanto di cui ho avuto bisogno
E' qui nelle mie braccia
Parole sono davvero non necessarie
Possono solo fare male

Le promesse sono dette
per essere spezzate
I sentimenti sono intensi
Le parole sono devianti
I piaceri restano
Così il dolore
Le parole sono senza senso
e dimenticabili

Tutto quanto ho mai voluto
Tutto quanto di cui ho avuto bisogno
E' qui nelle mie braccia
Le parole sono davvero non necessarie
Possono solo fare male

Goditi il silenzio

Depeche Mode



Sicura..

La certezza più grande della mia, che mi buttano addosso, non mi permette di vedere i mie arti adesi al terreno. Ogni volta, no, non la loro certezza, ma la loro fermezza, quasi una sicurezza, che rende la mia, se allora c'è, una finzione ben allenata ad esistere. Allora mi prendo e trascino la rincorsa, verso il sorpasso. Io vinco, ogni volta vinco. Vinco per loro, gareggiando già sconfitta per aver trovato un esistente avversario. Ce ne sono, uno dietro l'altro, costantemente, e costantemente Mi vinco.
La certezza esposta, intimamente talmente fragile da aver bisogno di salire sul podio. E nel momento in cui ti vedono sai di esistere, e puoi respirare, respirare quell'aria d'importanza, di riconoscimento. Ma poi devi scendere, tutti se ne vanno, nessuno ti riconosce, e mi lasci... mi lasci senza quel terreno sotto ai miei arti, ed io non posso più camminare, senza certezza, non vedo più la strada, ma ancor più, i miei piedi non possono creare i loro passi.
Nel momento in cui la loro grandezza fa da specchio alla tua fuga, lì, c'è tutta la Certezza di chi siamo, questa ha il mio riconoscimento, dal quale non mi posso abbassare. Chiedi a me di guardarti, chiedi a me di adularti, chiedi a me l'amore, chiedilo! Sono l'unico giudice che ti potrà premiare.

mercoledì 14 gennaio 2009

Sterile.

Avrei potuto accorgermene prima, ma era troppo guardare l'aridità, o era il bisogno di sentirsi almeno piena di ciò che gli altri potevano al posto mio. Io no, al posto mio gli altri.
Impenetrabile da dentro, impenetrabile da fuori, unica forma solida (a volte anche no), separata, per questo forse anche sola, tende ad auto alimentarsi.
Forma che se si apre sbriciola? Ciò che è già successo, che si è ripetuto, traccia una memoria scavata a formare quel solco che divide il suo perimetro, che allontana.
Ora sento la stanchezza del continuo impegno a farsi da scudo, scudo che ha protetto dall'amore, dall'amare, dal farsi amare, dall'amarsi. Non ne sono stata mai più capace, capisci che non potevo.
(Se ora potessi...(?))
La difesa ha tagliato molte mani, molti piedi e molte teste. Quel cimitero c'è, lo vedo attorno, me lo vedo alle spalle, è il passato, ancora il vivo presente. Ancora più vicina però è la mia testa, ancora rotolante, si trascina dietro la polvere del terreno arido su cui è caduta. Si lascia andare perchè ormai non ha più il comando, o meglio il controllo (il controllo!) La pelle a terra sente tutti i più piccoli granelli, varie forme, ma ugualmente ruvidi, freddi, sfregianti. Ma la mia anima vive ancora per quegli occhi a terra, che vedono tutti i più piccoli granelli... che vedono... che ora lentamente, nel silenzio ovattato che li circonda, fanno scendere una lacrima, finalmente (!). Scende a terra, la terra assorbe... è l'inizio.
... ieri me ne sono accorta... avrei potuto prima... ma non Potevo.

martedì 13 gennaio 2009

"Non posso essere sola,
mi viene a visitare
una schiera di ospiti,
non sono registrati,
non usano la chiave,
non han nè vestiti, nè nomi,
nè climi, nè almanacchi,
ma dimore comuni,
proprio come gli gnomi,
messaggeri interiori
ne annunciano l'arrivo,
invece la partenza
non è annunciata, infatti
non sono mai partiti."

Emily Dickinson

(Grazie a Michele Sforzina)

venerdì 9 gennaio 2009

Anche oggi

Anche oggi.Ti trovi davanti al confine, al confine che la persona di fronte a te sta superando. Cade, e tu la guardi affondare, e cavolo i suoi occhi che gridano e implorano AIUTO... anche oggi.

mercoledì 7 gennaio 2009

A te, depongo le armi.

Questo è l'inizio, il mio.
Non cercata, così non voluta, non desiderata (... non amata?)
Non si è fermata lì, alla notizia, ma mi ha accompagnata ogni giorno, stando al mio fianco, a volte anche davanti a me, come per guidarmi, fino ad ora, chissà per quanto ancora.
La paura nei suoi occhi, il terrore di me, del mio arrivo. A volte glielo vedo ancora! Rifletto tutte le sue incapacità, tutti i suoi limiti, tutti i suoi sbagli... io sono tutto questo, perchè lei lo vede e lo sente... io sono ciò che lei vede e sente? Mi forma e poi mi deforma ad ogni parola che va a produrre un giudizio e una sanzione, da pagare, da scontare, per il perdono di quello che sono, per il fatto che sono. Ho cercato in ogni mio gesto il tuo desiderio di essere la tua Unica. Il mio compito era (è) quello di ridarti la vita, fino a ferirmi le mani, per aver lottato contro i tuoi muri di vetro, da cui io ti ammiravo , io sì ti cercavo, ti volevo, ti desideravo... da morire... da morire.
E' per questo che non riesco a vedere quell'unione che può farmi sopravvivere al tempo, non riesco a sentire quella magia di essere il punto di riferimento, di essere quella che avresti dovuto essere per me.
Slegare il nodo che mi ha tenuta rinchiusa nella tua esistenza, finalmente ci provo, ma le corde sfregano sulla mia pelle, sfregano sui solchi, sulle piaghe formate dopo tutti questi anni... come fa male liberarsi dalla propria nascita. Il non averti salvata, il primo grande fallimento che mi farà sentire il mondo.

lunedì 5 gennaio 2009

Un pezzo di te

Non verso di te, ma verso di me. Le parole sono per me, forse per metterti al tuo posto. Mi hai detto che decidi tu, ed è vero... tu metti la distanza, e la distanza decide ogni cosa. Ma perchè non allontana? Assieme alla diversità, duplicata dalla tua voglia, che la sorregge ad ogni costo, che la innalza sopra ogni frase, la tua voglia di bastarti. Per questa, poche volte me l'hai mostrato... o io l'ho visto... così ben protetto, impaurito, ma guarda che c'è, e forse vuole vivere, se no sarebbe già morto, per te. Questo chiamalo Pericolo, rivolgiti a lui, non a me con questa parola.
Con molta, molta attenzione alla realtà, al non renderla più vicina e simile a me, ho lasciato sì il mio potere, con te ne sono senza, per non esserti al di sopra, per non ripeterlo ancora e per non sapere già il finale. Ne sento la fatica, alle mie decisioni era più facile (fino a quanto potevo contenere), in due bisogna dividere, te le prendi ed io non provo a non lasciartele, non più. Qui, per me il rischio. La tua paura che sento reagire verso me, senza prima guardarsi, la devo sentire dall'altro lato, che neghi sempre ad un primo schiaffo, perchè non mi trascini con lei, le devo dare un suo ruolo, perchè non me ne prenda uno mio, che non le appartiene. Rimando a te, è un tuo percorso, è un tuo dolore, e sarà tua e solo tua vincita, senza doverla dividere con altri, che vorrebbero leccare le tue ferite, ma il sapore del sangue non fa sentire quel dolore che lo fa sgorgare. Da dove esce? Chieditelo, da dove arriva? Quella goccia di sangue, quella lacrima... il suo lungo percorso, il suo inizio, da lì, non dagli occhi, che nascondi.
Dico di te ciò che sento di me... davvero niente che ci lega?! Quell' incontro non sta tra la nostra pelle. Sentire le tue parole che battono nel mio cuore, quel cuore che poi non sa difendersi e fa solo il suo lavoro e le manda in circolo... le sento, le provo! Quel suono è più di ogni altro interesse in comune, per me, così irrazionale forse, ma non al limite, il limite lo conosco e non è questo, non fuggo in qualcosa che va oltre, lo vivo con la carne, basta solo non diventare, non essere, il proprio limite.
Abbasso gli occhi, avvicino la mia bocca alla tua mano, sempre stretta, che chissà quanti pensieri, immagini ed emozioni racchiude, me la lasci aprire, te la bacio, ed è lì... tutta la dolcezza, umile e preziosa, che ti dono, oggi, chiedendoti solo di aggiungerla a te.

domenica 4 gennaio 2009

Un legame.

Il non poter star senza, il rendersi conto di non poter star senza, non nel mentre, ma solo dopo, quando ho ceduto, quando ho potuto sentirmi viva. Non farlo... non poter vivere? Ma così strapparla agli altri, donare quel piacere per il solo bisogno di affondarli poi nell'inutilità. Così posso riempirmi dei loro sguardi, che rimangono per il tempo della sfida, del valore che do a me. Allora quanto sei piccolo!! Ardi solo grazie a loro, ed io mi rendo conto di non saperti nutrire, perdonami. Se mi fermo ho paura di non sentirti più, di lasciarti avvolto, soffocato, da quella pelle che ti racchiude.
Ora, un ricordo...quando ti risvegli...passione, mi prendi, mi lascio prendere (sei così vivo), esci dal mio sguardo, dalle mie parole, una dopo l'altra, assolutamente perfette, dai miei movimenti, che riescono ormai a prendere tutto ciò che vogliono. Ciò che voglio in quel momento, in quel momento, solo, solo, in quel momento...tutto il resto non è per me, per ora.
Girarmi attorno e non esporti più, ne sarò capace, con le stesse sensazioni di potere, ma su me stessa, non più verso loro, che hanno già recitato per te, per noi, lasciali andare, per prenderti la tua libertà. Libera da te, che ora sei la mia vita.

sabato 3 gennaio 2009

Sei tornato.

Stavi aspettando. Me? Vorrei credere di aver avuto io bisogno di te. Ti sei preso ciò che volevi, ancora, l'hai fatto, ed io ti sono stata fedele. Il mio piacere di questa tortura. La scoperta che sei rimasto te stesso, con tutta la tua brutalità. Tu, con le unghie ti aggrappi al mio intestino, per risalire; il tuo passo io lo sento già, anche se non sei ancora arrivato. Tento di chiudere gli occhi, di tapparmi le orecchie, anche se so che la preda è già tua, allora tento solo di inghiottire il tempo, ti prego ancora un po' di tempo, ma non me l'hai mai concesso, dico Mai. Non posso fermarmi, non posso ascoltarti, non posso guardarti...la tua voce, i tuoi occhi mi ucciderebbero. Devo sopravvivere, ho bisogno di ucciderti, ma sei dentro di me...Oh sì, la tua soddisfazione nel farti sentire, ti sento... la voragine, mi inghiotte i visceri, no, prima li morde, ti sento masticare, ti sento masticarmi. Lascialo fare a me, infondo non è quello che vuoi?! L'ho preso, il coltello ti riflette, solo che ora sei fuori di me, lo uso io... con la tua forza, con il tuo coraggio, con tutto quello che sei... dolore. voragine.

giovedì 1 gennaio 2009

Si inizia da oggi

Il percorso è già iniziato, quindi non parto dall'inizio. Magari poi, andando a ritroso si scopriranno tutte la partenze (sì ce ne sono molte).
Quindi si inizia da oggi. Un altro gradino, questa volta interno, all'esterno ancora nulla, mi sa che si dovrà aspettare ancora un bel po', ma forse è giusto così: il Tempo... con calma, non avere sempre fretta!